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IL CANE IN UFFICIO

L’Italia, rispetto a diversi paesi esteri, è ancora indietro su questo fronte, ma da qualche anno questa consuetudine sta aumentando in diverse aziende. Non esiste una norma che vieti o consenta la presenza del nostro Pet in ufficio, ma sta a discrezione di ciascun titolare decidere per essa.

Diversi studi hanno dimostrato i benefici di questa iniziativa, per esempio il clima lavorativo è più sereno, i colleghi sono molto più uniti e collaborativi aumentando così la produzione dell’azienda stessa. Addirittura una grossa multinazionale di Tokyo ha assunto ben 9 gatti per sopperire lo stress dei suoi dipendenti. Ricordiamo inoltre che dopo il lockdown molti cani padronali hanno cominciato a manifestare comportamenti ansiolitici da separazione ritrovandosi, dopo lunghi periodi di simbiosi con il proprio proprietario, di colpo da soli in casa, perciò per cani che faticano a stare da soli in casa è più che ottima questa possibilità.

Dal mio punto di vista non ci sono razze consigliate o sconsigliate ad accompagnarci sul luogo di lavoro, ma è molto importante che il cane stesso abbia raggiunto dei buoni obbiettivi educativi generali, quali la prosocialita ‘ e l’integrazione per poter giocare di questa esperienza con il proprio amico umano.

 

Gli ambienti che dovrà affrontare saranno ristretti e con la presenza di altri cani e altre persone, e per lo più gli verrà chiesto di mantenere uno stato di calma; tutto ciò dovrà essere affrontato prima dell’inserimento in ufficio. Inoltre a discrezione dell’azienda è richiesta la museruola, quindi è compito del proprietario impostarla nel modo corretto al proprio cane. Il cane in ufficio “si” ma domandiamoci sempre se il nostro cane ha piacere nell’accompagnarci.

Scritto da Sarah Raschi

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